mercoledì, Maggio 8, 2024
Pallanuoto

Lavagna ’90, Alex Casazza: mettiamo la tecnologia a servizio dello sport.

Ultimo atto di regular season, quest’oggi, per il Lavagna ’90 che nella piscina di casa del Parco Tigullio, affronterà la Crocera Stadium. La squadra di mister Martini vuole chiudere con una vittoria questa prima parte di stagione, anche se la mente è rivolta già ai playout salvezza. Nella partita di andata, i lavagnesi furono sconfitti di misura per 10 a 9, in un derby frizzante e combattuto fino all’ultimo secondo. C’è tanta voglia di rivalsa sportiva tra i giocatori di casa, anche per il modo in cui è maturata quella sconfitta. A guidare il gruppo biancoblu alla conquista dei 3 punti, il capitano Alessandro Casazza (foto di copertina di Giorgio Scarfì), un condottiero che in acqua non molla mai.

Cannoniere della squadra con 21 reti, insieme al compagno Pietro Prian, Alessandro classe ’88, “professione” attaccante, ha iniziato la carriera nel Chiavari, squadra con cui ha esordito in A1. Poi, in successione, Pro Recco (con cui ha vinto due titoli giovanili), Nervi, nuovamente Chiavari fino all’approdo al Lavagna ’90 con i gradi di capitano. Lo abbiamo avvicinato e con la spensieratezza di un ragazzino ci ha raccontato la “sua” pallanuoto.

Il capitano Alessandro Casazza del Lavagna ’90 – foto di Giorgio Scarfì.

Il mio esordio in A1 lo ricordo molto bene. All’età di 13 anni, con il Chiavari, è stato probabilmente il momento più bello della mia carriera sportiva. È lì, scolpito nella mia mente, nitido, chiaro, come fosse successo ieri nonostante, invece, sia passato già qualche anno. Ricordo che giocai solo qualche minuto o poco più. Un’opportunità incredibile, un’emozione unica, che un coraggioso coach (Marco Risso nda) mi concesse. Quella partita, giocata contro un avversario importante come l’Ortigia, finì con un pareggio (10 a 10), maturato a pochi secondi dalla fine. Entrai in vasca perché eravamo a corto di uomini. Alcuni miei compagni, infatti, furono espulsi durante quel match giocato col coltello fra i denti. Quando il mister mi ordinò di scendere in acqua, un brivido mi corse lungo la schiena. Non capita tutti i giorni di esordire, nella massima serie, a soli 13 anni.

Grande lotta in acqua per Casazza – foto di Giusy Pizzeghello.

Indossare i “gradi” di Capitano può sembrare un ruolo semplice da interpretare. Si dice che la regola è saper essere duri ma la leadership non si dimostra con la regola del più forte. Non mi sento migliore degli altri. Con i miei compagni siamo tutti uguali, non si vince mai da soli. Ho avuto la fortuna e l’onore di essermi allenato e aver giocato con grandi campioni. A Chiavari, a Recco, a Nervi. Da ognuno di loro ho cercato di prendere il meglio, sia sportivamente che personalmente. Uno su tutti, però, svetta nelle mie preferenze, Alberto Angelini. Di Alberto, mio capitano nel Recco, conservo un ricordo indelebile. Le sue qualità di uomo e di sportivo sono indiscutibili, un esempio di vero lottatore, uno che non molla mai. Se si potesse fare un paragone con il calcio oserei definirlo il Rino “Ringhio” Gattuso della pallanuoto.

Tutti attorno al Capitano per il momento motivazionale – foto di Giusy Pizzeghello.

Siamo una squadra con un’età media molto giovane, con diversi under 20 in formazione. Allo stesso tempo può contare ancora su qualche “vecchietto” come me, i fratelli Pedroni, Menicocci. Il nostro obiettivo è ottenere una salvezza tranquilla e magari, perché no, toglierci qualche piccola soddisfazione. Giocheremo in casa, contro la Crocera Stadium, l’ultima partita di questo strano campionato. Anche se ai fini della classifica può sembrare un match poco rilevante, siamo determinati a riscattare l’ingiusta sconfitta subita all’andata. Ci troveremo di fronte un portiere, Graffigna, che conosciamo molto bene. Oltre ad essere un amico, è anche un ex della partita, in quanto abbiamo giocato insieme a Lavagna. Per noi sarà comunque un test importante per chiudere con i tre punti la regular season e concentrare tutte le nostre energie nei play-out che si giocheranno a giugno.

Concentrazione e visione di gioco – foto di Giusy Pizzeghello.

È davvero penalizzante la formula che è stata scelta quest’anno. Permette, solo alle prime due di ogni girone, di disputare gli spareggi promozione. E lo è, ancora di più, se pensiamo che le restanti squadre dovranno affrontarsi nei play-out. La prossima avversaria che conosceremo acquisita la classifica finale del girone Nord-Est, sarà con molta probabilità la Rari Nantes Sori. Una squadra tosta, di cui conosciamo molti dei suoi componenti, che si dimostrerà un avversario difficile da affrontare. Ai play-off vedo favorita la Rari Nantes Bogliasco, squadra che abbiamo già affrontato due volte quest’anno. Sarà una bella lotta agli spareggi promozione. Le squadre favorite faranno affidamento sulle qualità individuali dei loro giocatori. Alla fine, secondo me, le due squadre che saliranno in A1 saranno quelle che avranno mostrato un miglior collettivo piuttosto che le singole individualità. Il Brescia Waterpolo, da questo punto di vista, potrebbe essere una bella sorpresa.

Posizioniamoci e andiamo alla conquista del pallone – foto di Giusy Pizzeghello.

Tutti sanno che la pallanuoto, per chi la pratica e per chi la segue, è uno sport bellissimo. Pochi, però, riescono ad avvicinarsi a questo sport e potrei elencare mille motivi di questa sconfitta. Oggi usiamo molto la tecnologia ma, a mio avviso, non nella maniera corretta. Forse, questo, sarebbe il momento giusto di sfruttare i social per diffondere ancora di più la passione e l’amore per questo sport. Farla conoscere in ogni suo aspetto, parlare dei giovani e non solo della prima squadra, quando se ne parla. Un po’ come fanno le squadre straniere che utilizzano i social media per trasmettere le partite, i gol, organizzano forum ed eventi con i tifosi. Bisognerebbe usare la tecnologia per migliorale le visibilità degli sport considerati “minori”. Non si può vivere di solo calcio. In Italia, da questo punto di vista, abbiamo ancora molto da imparare.

Alessandro Casazza, capitano del Lavagna ’90

Gaetano Nardone

Sono laureato in relazioni internazionali e trasformazione dei conflitti. Dai racconti delle persone vulnerabili nasce la mia passione per la scrittura. Mi occupo da anni di migrazione ed integrazione e di Balcani dove da volontario mi sono occupato di scrittura e redazione di articoli e reportage sul campo. Lo sport, particolarmente quello di squadra, è stato sempre al centro dei miei interessi e studi, inteso come strumento di aggregazione, integrazione ed inclusione sociale.