venerdì, Aprile 26, 2024
PallanuotoSETTEBELLO

Pro Recco, Francesco Di Fulvio: la lunga strada per arrivare al successo.

“Il mondo ci spezza tutti quanti, ma solo alcuni diventano più forti là dove sono stati spezzati.” Così Hemingway descriveva la forza di chi, dai propri errori, dai momenti più bui, sa reagire ed arrivare al successo. Trovando nuove parabole per raggiungere obiettivi inaspettati. Francesco Di Fulvio, attaccante della Pro Recco e del Settebello, ci accompagna, nel suo racconto, nelle strade che lo hanno portato ai vertici della pallanuoto mondiale. Ed a quell’oro di Gwangju, in un percorso che sembrava impossibile. Dimostrando che l’Italia, nelle condizioni più difficili, sa dare il meglio di sé, con capacità di resilienza tali da far superare ogni ostacolo. Ed arrivare alla vittoria finale.  

Per me fare pallanuoto è stata quasi una scelta naturale. Entrambi i miei genitori giocavano, con mio padre Franco che ha fatto una grande carriera nel Pescara, la mia città natale. Io e i miei fratelli siamo cresciuti fra le piscine. Non c’è stata mai nessuna imposizione, nessuna pressione. Probabilmente è solo una questione di DNA. Mio padre è sempre stato una guida importante. Mi confronto spesso con lui, ci sentiamo dopo le partite, le commentiamo insieme. Mi dice sempre che, alla mia età, ho fatto molto di più di quello che ha fatto lui. Che è difficile darmi suggerimenti. L’amore che entrambi nutriamo per questo sport ci ha legato in maniera particolare.

Francesco Di Fulvio
Francesco Di Fulvio

L’arrivo nella Pro Recco, nel 2014, ha segnato un punto di svolta fondamentale nella mia carriera. Mi sono ritrovato ad allenarmi con campioni assoluti che mi hanno insegnato a non abbassare mai la guardia, neanche negli allenamenti. Confrontarsi con grandi atleti del calibro di Filipovic, Ivovic, Mandic o gli stessi italiani come Aicardi e Figlioli è uno stimolo enorme. Sono persone che danno sempre il 100%. E spronano anche gli altri a dare sempre il massimo. Molte partite di campionato sono molto facili per noi. A volte diventa più importante l’allenamento che la partita stessa. Rudic negli ultimi due anni mi ha migliorato tanto mentalmente. La costanza e l’impegno nell’allenamento devono essere totali, sai che non ti puoi distrarre neanche un attimo e ti tiene sempre molto attivo.

Francesco Di Fulvio
Francesco Di Fulvio

Il 2019 è stata la mia migliore stagione di sempre. Con il Recco abbiamo vinto scudetto e Coppa Italia. Purtroppo ci è sfuggita la Champions in semifinale. Comunque abbiamo giocato sempre bene. Ed è stato l’anno della vittoria con la nazionale italiana del mondiale. Un risultato realmente inaspettato. Eravamo una squadra abbastanza giovane. Molto rinnovata. Campagna aveva richiamato atleti che erano stati fuori dal giro da 2-3 anni. Ottimi giocatori che stavano disputando una grande stagione lo scorso anno. Un gruppo molto unito in cui tutti credevano in tutti. Non c’è mai stato il più forte o il tredicesimo. Eravamo dal primo all’ultimo, compresi quelli che non sono stati scelti, tutti allo stesso livello. Con grande rispetto e stima reciproca.

Francesco Di Fulvio
Francesco Di Fulvio

Abbiamo fatto una grande preparazione. Ci siamo fatti un mazzo incredibile già prima dell’estate, disputando diversi tornei. La squadra si è adattata bene alle nuove regole. Finito il campionato siamo tornati tutti con Sandro Campagna. Un percorso molto impegnativo ma in cui nessuno si è mai lamentato, nessuno si è mai tirato indietro. Eravamo sempre molto vivi, sia dentro che fuori dall’acqua. Un gruppo davvero bello. Arrivati a Gwangju non abbiamo iniziato benissimo. Ci aspettavamo un girone eliminatorio abbastanza facile. Dovevamo giocare tre partite contro squadre sulla carta molto inferiori a noi. Ci potevamo permettere di fare una preparazione un po’ più lunga, per stare meglio dagli ottavi in poi.

Francesco Di Fulvio
Francesco Di Fulvio

I cambiamenti che ci sono stati nella pallanuoto, la grande velocità nel gioco e, di conseguenza, mentale ci ha, all’inizio, messo in difficoltà. Essendo ancora sotto carico di lavoro non abbiamo avuto la lucidità e rapidità che oggi si impone. E questo ha finito per metterci in crisi. L’ultima partita del girone è stata una delle più brutte del Settebello degli ultimi anni. Con la Germania abbiamo vinto con un solo gol di scarto e potevamo anche perdere, essendo a -1 a cinque minuti dalla fine. Abbiamo rivisto tante volte quella partita, analizzata, ci siamo fatti un’autoanalisi, ci siamo guardati in faccia. E abbiamo visto gli errori che ognuno aveva commesso. Non c’era nessuno che si salvava.

Francesco Di Fulvio
Francesco Di Fulvio

I tre giorni di allenamento che abbiamo avuto, prima dei quarti, sono stati fondamentali, per riprendere le forze mentali e fisiche. Ed è cambiato tutto. Anche il modo di allenarci. Avevamo acceso l’interruttore. Il quarto di finale, secondo me, è la partita più difficile in un torneo perché è quella che ti permette di andare a giocare per una medaglia o essere fuori. La nostra avversaria, la Grecia, ci aveva fatto sempre messo in difficoltà negli ultimi anni. Siamo riusciti a soffrire e venirne piano piano fuori. Da li è stato tutto un crescendo. Con l’Ungheria abbiamo fatto una partita stratosferica. Era una delle migliori formazioni, candidata al successo, una squadra davvero ottima. Per poi finire con la Spagna, secondo me, la partita perfetta. L’incontro più bello del Settebello degli ultimi anni.”

Francesco Di Fulvio
Francesco Di Fulvio

La finale è stato il culmine di un percorso lungo, intenso, costruito nei minimi dettagli. E, per me, legato a due nomi che hanno fatto la storia della pallanuoto e la mia: Ratko Rudic e Sandro Campagna. Con Ratko ho imparato cosa significa allenarsi per ore senza la minima distrazione, senza mai abbassare la guardia. Con Sandro, che esce sempre dalla stessa scuola, si aggiunge la preparazione maniacale della partita. Quando entriamo in acqua sembra che l’abbiamo già vissuta, già giocata. Ascoltandolo sappiamo cosa fare perfettamente in ogni situazione. Nella partita con la Spagna, ci sono successe molte azioni, su uomo in meno o in difesa, che io sapevo benissimo dove andare, in quale momento, in quale modo. E’ stato tutto perfetto.”

La Vittoria al mondiale di Gwangju di Francesco di Fulvio con il Settebello
La Vittoria al mondiale di Gwangju di Francesco di Fulvio con il Settebello

Un’impresa grandissima di cui mi sono reso pienamente conto solo qualche giorno dopo, rientrato a casa. La gente mi fermava per farmi i complimenti, i tifosi del Pescara, i Ranger, mi hanno dedicato uno striscione. Solo in quei momenti ho capito davvero quello che avevamo fatto, ne ho preso piena coscienza. Sul podio c’è l’emozione, i brividi, sai che hai vinto. Ma sentire l’affetto e la gioia che ti circonda, quanto il Settebello sia amato e seguito, è stata una sensazione incredibile.”

Francesco di Fulvio
Francesco di Fulvio

A Budapest quello che non ha funzionato è il non essere stati sotto pressione. Sandro ci deve prendere e farci il mazzo per un mese. Solo così rendiamo veramente bene. L’Europeo giocato a gennaio, fra impegni con i club e le feste di fine anno, ci ha tolto la possibilità di stare insieme e prepararci al meglio. Non è un alibi. Il vero Settebello si vede quando stiamo molto tempo insieme. Forse, vedendo le partite, poteva sembrare che fossimo un po’ svogliati. Ma non era assolutamente così. Gennaio non è mai stato un buon periodo per noi. Ricordo anche nel 2016, sempre agli europei, siamo andati fuori ai quarti di finale sempre con il Montenegro. E poi, lo stesso anno, abbiamo vinto il bronzo all’olimpiade.”

Francesco di Fulvio
Francesco di Fulvio

Ancora sento che posso migliorare tantissimo sotto tutti gli aspetti. La maturità di un pallanuotista si raggiunge fra i 27-28 anni, sia quella mentale che tecnica. Non mi sento assolutamente arrivato, anzi. Alla Recco manca la Champions da qualche anno e vorrei contribuire a raggiungere questo importantissimo risultato. In nazionale il sogno è quello di vincere l’oro olimpico. La notizia del rinvio dell’Olimpiade ci ha scioccati tutti. Poi, pensandoci bene, hanno preso la decisione migliore. E’ una competizione talmente grande, talmente importante, che occorre arrivare pronti e nelle condizioni perfette. Ora cerco di essere positivo, pensare in maniera ottimistica, guardando con fiducia in un futuro in cui torneremo tutti a riabbracciarci.”

Francesco Di Fulvio

Intervista di Maria Angela Cinardo. Foto MFSport e Enrico Casiraghi.