martedì, Aprile 23, 2024
Pallanuoto

CC Ortigia, Enrico Caruso: sotto l’ala dell’Airone.

Le strade che portano al successo tante volte hanno percorsi impervi, difficili, di grande sacrificio. A volte ci sembra di dover ricominciare daccapo per ritrovare quel mondo che, con tante difficoltà, ci eravamo creati. Ma le difficoltà possono essere opportunità, i passi indietro solo grandi spinte che permetteranno un balzo più lungo. Enrico Caruso, portiere del Circolo Canottieri Ortigia, ci racconta il suo percorso nella pallanuoto. E dell’incontro con Stefano Tempesti che gli è costato la calottina numero 1. Un sacrificio che l’Airone ha saputo ripagare ponendolo sotto la propria ala e regalandogli la propria esperienza. Storia di umiltà, di grandi uomini, che con lungimiranza sanno porre le basi per un grande futuro.

Enrico Caruso
Enrico Caruso

Mi definisco un miracolo della pallanuoto. Sono nato a Cosenza, in Calabria, una terra in cui non ci sono tradizioni pallanuotistiche. Ho iniziato a giocare in piccole squadre che, però, non avevano mai seguito. E iniziai con il ruolo di attaccante. Fu il mio allenatore delle giovanili, Natale Ferraro, che mi chiese di provare a fare il portiere. Ero magro ma molto reattivo e veloce e mi trovai subito bene fra i pali. Da lì iniziò la mia carriera in porta. Un ruolo in cui occorre grande responsabilità e intelligenza. E un grande coraggio. A quei tempi risale il mio peggior incubo. Un gol subito dal portiere avversario, da porta a porta. Lo ricordo ancora come un momento tremendo.”

Enrico Caruso
Enrico Caruso

Quello del portiere è un ruolo molto delicato in uno sport in cui la presenza dell’acqua rende già molto più difficile parare. Molte volte si gioca bene per tutta la partita e poi, magari, prendi il gol che fa perdere la squadra. E si finisce per essere ricordati solo per questo. Il portiere deve sapersi addossare questo tipo di responsabilità. Un gol preso in un certo momento ti può proiettare verso il paradiso o all’inferno. Ho scelto di fare il portiere anche per questo. Mi piace avere delle responsabilità e non ho paura di affrontare le conseguenze. Ho capito subito che era il ruolo che faceva per me.

Enrico Caruso
Enrico Caruso

Nel mio percorso nella pallanuoto sono stato costretto a spostarmi in continuazione per inseguire il mio grande sogno di arrivare in serie A. Ho iniziato a Rende per poi andare a Cosenza e, infine, a Napoli dove ho iniziato con le giovanili della Basilicata Nuoto 2000. Nel 2014, a vent’anni, il mio primo passo importante: l’arrivo nel Posillipo. Una grandissima squadra, piena di grandi campioni. Ma in cui, all’inizio, ho temuto tantissimo l’impatto con lo spogliatoio. Invece ad accogliermi trovai una delle persone che sono diventate un punto di riferimento nella mia vita. Valentino Gallo, all’epoca capitano della squadra, mi accolse a braccia aperte e mi inserì nella squadra. Una persona di grande umiltà che mi ha fatto sentire subito a mio agio.”

Enrico Caruso
Enrico Caruso

Nel 2016 l’arrivo a Siracusa e l’incontro con Stefano Piccardo sono stati fondamentali nella mia crescita. E’ un allenatore che cura molto il ruolo del portiere ma, soprattutto, lavora costantemente sulla concentrazione. Obiettivo che si raggiunge nel tempo, grazie ad allenamenti mirati e tanta forza di sacrificio. E i risultati sono venuti fuori. Lo scorso anno eravamo a Vouliagmeni, in Grecia, per i quarti di finale di Euro Cup. Avevamo perso in casa di una rete e dovevamo vincere con almeno due gol di scarto. Nella partita feci una parata incredibile. Il mister mi disse se fossi davvero io o se avesse un altro in porta. Alla fine vincemmo con 3 gol di scarto e passammo il turno. Uno dei momenti più belli che hanno ripagato di tanto lavoro.”

Enrico Caruso
Enrico Caruso

La squadra è cresciuta tantissimo in questi quattro anni e gli innesti di grandi giocatori è stato determinante non solo ai fini dei risultati ma, soprattutto, nella crescita del gruppo. Che non è stata solo tecnica e atletica ma, soprattutto, umana. Prima l’arrivo di Christian Napolitano e Massimo Giacoppo e, quest’anno, di Valentino Gallo e Stefano Tempesti hanno alzato il livello tecnico e di esperienza della squadra. Per non parlare dei giovani innesti che hanno fatto crescere tantissimo la squadra. Mi sono subito trovato bene a Siracusa. Siamo tutti amici prima che colleghi di lavoro. Finito l’allenamento abbiamo il piacere di rimanere anche mezz’ora in più e andare a pranzo assieme. Per poi, magari, rivedersi anche nel pomeriggio.”

Il Circolo Canottieri Ortigia
Il Circolo Canottieri Ortigia

L’arrivo di Stefano Tempesti nella squadra l’ho, da subito, vissuto come una grande opportunità. Avrei avuto la possibilità di andare da qualche altra parte per giocare da titolare. Ma non ho avuto nessun dubbio fin dal primo istante. E anche la mia famiglia, che mi sostiene da sempre, è stata d’accordo sulla mia decisione. La società mi è stata molto vicino, chiedendomi di rimanere e continuare a dare il mio contributo per il futuro dell’Ortigia. In Stefano Tempesti ho trovato un grande maestro. Una persona che, con grande umiltà e pazienza, mi spiega ogni cosa, anche mille volte. Vivendo a stretto contatto, facendo un allenamento a parte rispetto alla squadra, abbiamo legato tantissimo. Si è creata una grande empatia e leggo nel suo sguardo la soddisfazione per i risultati che raggiungo.

Il Circolo Canottieri Ortigia con Enrico Caruso che dialoga con Stefano Tempesti
Il Circolo Canottieri Ortigia con Enrico Caruso che dialoga con Stefano Tempesti

Il momento che stiamo vivendo ha bloccato un anno strepitoso con l’appuntamento per la finale di Euro Cup che, speriamo, poter presto disputare. Tutti ci auguriamo che la pallanuoto possa ritornare a giocare e quando penso alla piscina scoperta di Siracusa la vedo un luogo ideale per poter disputare le partite d’estate. Speriamo che la situazione possa migliorare e si possa riprendere la vita normale. Nel mio futuro spero di poter mettere a frutto tutto quello che ho imparato quest’anno. Mi auguro che si possa trasformare in qualcosa di veramente grande.”

Enrico Caruso