Concentrazione, cuore e grinta. Il sette biancoverde di Piccardo ce l’ha messa davvero tutta ma non è bastato. Da questa sconfitta, però, la squadra ne esce rafforzata dal punto di vista psicologico e del gioco. L’avversario era di quelli tosti si sa. Di quelli che, in questo affascinante sport, vengono considerati dei Titani. L’idea di batterli sembrava a molti un sacrilegio ma renderli mortali è un obiettivo che l’Ortigia ha centrato.
Va alla Pro Recco il derby tutto italiano di Champions. Finisce con il risultato di 10 a 7 per i liguri. Un dejavù se si pensa all’ultima sfida avvenuta, nel settembre scorso, in Coppa Italia. Nonostante un’ottima prova, i siracusani non riescono a smuovere la classifica e restano ancora a zero punti. All’Ortigia non riesce, dunque, il miracolo tanto sperato, di strappare almeno un punto contro i più quotati avversari guidati da coach Hernandez.
Per almeno tre tempi di gioco, questa differenza di valori in acqua non si è vista. Anzi, i ragazzi di Piccardo hanno macinato gioco, segnato, esultato. La Pro Recco ha ribattuto colpo su colpo fino ad ottenere il break, tra il secondo ed il terzo parziale, che sembrava essere decisivo.
L’Ortigia non si è scomposta e da grande squadra è riuscita a rientrare in partita pareggiando con un gran tiro del suo mancino. Sotto di un gol nel quarto ed ultimo parziale, la squadra biancoverde non riesce a capitalizzare le occasioni a suo favore. E cade sotto i colpi di Younger e Di Fulvio che chiudono il risultato sul 10 a 7.
All’Ortigia, alla fine, non resta che l’amaro in bocca per una partita che sembrava, ad un certo punto, dirigersi verso un risultato storico per il suo cammino europeo.
Adesso sotto con la prossima avversaria, il Circolo Nautico Marsiglia di Prlainovic & co. E, se l’Ortigia giocherà con più consapevolezza e più fiducia nelle proprie capacità, riuscirà a stupire anche se stessa.
Sono laureato in relazioni internazionali e trasformazione dei conflitti. Dai racconti delle persone vulnerabili nasce la mia passione per la scrittura. Mi occupo da anni di migrazione ed integrazione e di Balcani dove da volontario mi sono occupato di scrittura e redazione di articoli e reportage sul campo.
Lo sport, particolarmente quello di squadra, è stato sempre al centro dei miei interessi e studi, inteso come strumento di aggregazione, integrazione ed inclusione sociale.