Si è chiusa, con una storica vittoria per l’Ortigia, la prima tappa di Champions League giocata nella bolla di Ostia. È stata una tre giorni ricca ed intensa di emozioni per gli uomini di Piccardo e per tutto lo staff biancoverde. Giunti nella massima competizione europea senza i favori del pronostico, i biancoverdi hanno compiuto un vero ed autentico miracolo battendo l’ambizioso sette francese di Mister Scepanovic.
Le prestazioni sono state un continuo crescendo. Dall’iniziale timidezza della prima partita ad una prova maiuscola contro i francesi. Un diesel a cui, già lo scorso anno, il sette dell’Ortigia ci aveva abituato. Contro l’Olympiacos la squadra biancoverde ha patito lo scotto dell’esordio. Ma già nella seconda gara, contro la Pro Recco, i biancoverdi hanno fatto vedere progressi. Soprattutto dal punto di vista mentale.
Contro squadre blasonate, come quelle incontrate in questi giorni, la differenza è stata nell’approccio mentale alle partite. Lo aveva detto Mister Piccardo, lo avevano ribadito i senatori nelle interviste precedenti. L’avevamo scritto anche noi in un precedente articolo: se la squadra avesse preso coscienza e consapevolezza dei propri mezzi, avrebbe stupito perfino sé stessa.
Dopo la partita persa contro la Pro Recco, la squadra biancoverde ha capito che poteva giocarsela con chiunque. La partita contro i liguri ha dato segnali importanti. E, forse, con un po’ più di cattiveria agonistica, si poteva osare di più.
Nella partita contro il Marsiglia, il gruppo ha sfoggiato una prestazione superlativa. È venuto fuori il carattere vincente di questa Ortigia grazie ai suoi giocatori d’esperienza. Stilare un podio su chi è stato il migliore in campo è come fare un torto a tutti gli altri componenti.
Massimo Giacoppo è stato il vero trascinatore di questa squadra. Non solo nell’ultima partita. È lui a dettare i tempi ai compagni, dalle sue mani partono i tiri più insidiosi per i portieri avversari. È stato lui a trascinare tutti, dai gregari ai più giovani. E centrare, così, la prima storica vittoria dell’Ortigia in questa manifestazione europea. Chapeau!
Sono laureato in relazioni internazionali e trasformazione dei conflitti. Dai racconti delle persone vulnerabili nasce la mia passione per la scrittura. Mi occupo da anni di migrazione ed integrazione e di Balcani dove da volontario mi sono occupato di scrittura e redazione di articoli e reportage sul campo.
Lo sport, particolarmente quello di squadra, è stato sempre al centro dei miei interessi e studi, inteso come strumento di aggregazione, integrazione ed inclusione sociale.