giovedì, Aprile 25, 2024
PallanuotoSETTEBELLO

Sport Management, Vincenzo Dolce: il mio grande sogno olimpico.

La costruzione di un campione non parte né da una palestra né da una piscina. Sono i desideri, i sogni, le visioni di un uomo che lo portano a diventare un campione. Che gli danno la forza per andare avanti ogni giorno, fra sacrifici e impegno, dubbi e paure, vittorie e sconfitte. Per diventare un campione occorre resistere sempre fino all’ultimo minuto, essere sempre un po’ più veloci, avere abilità e volontà. La volontà di non mollare mai. Vincenzo Dolce, attaccante del Settebello e della Sport Management, ci racconta il suo fantastico percorso sportivo che lo ha portato nel gradino più alto della pallanuoto mondiale.

Vincenzo Dolce
Vincenzo Dolce

Ho iniziato a fare i primi passi nella pallanuoto al Circolo Nautico di Salerno quando, ancora bambino, a 9 anni, ero andato per migliorare nel nuoto. Essendo nato in una città di mare nuotare era qualcosa di naturale, che si impara fin da piccoli, nelle estati in spiaggia. Andare avanti e indietro in una vasca mi annoiava tanto. Un giorno ci diedero un pallone per farci provare a fare qualche passaggio. Quella palla cambiò tutto. In Peppe Fasano, responsabile delle giovanili del Circolo, ho trovato una persona che mi ha saputo incitare e formare, dandomi le prime basi della pallanuoto. E mi portò, ancora giovanissimo, a cercare il salto di qualità.”

Vincenzo Dolce
Vincenzo Dolce

A 15 anni il trasferimento alla Rari Nantes Salerno ha significato iniziare a giocare in A2. Il primo anno non fu facile. Parlavo molto poco e non riuscivo a legare tanto con il gruppo. Per fortuna c’erano altri due ragazzi provenienti dalle giovanili. La crescita dal punto di vista sportivo mi fece acquisire anche molta più sicurezza, dentro e fuori la vasca. Mi integrai perfettamente con la squadra, che era composta quasi esclusivamente da salernitani. Oggi i miei migliori amici, i punti di riferimento nella mia vita. Potevamo provare a puntare all’obiettivo promozione, soprattutto l’anno in cui la nostra U20, classe 91, fece il terzo posto nazionale. Riuscivamo a vincere tutte le partite in casa ma, la mancanza di esperienza, ci faceva perdere in trasferta vanificando i nostri sogni.”

Vincenzo Dolce
Vincenzo Dolce

Due anni fondamentali della mia carriera, intensi e di grande crescita, che mi portarono in uno dei club più prestigiosi al mondo. Nel 2013, a 18 anni, arrivai al Posillipo. Fu un salto incredibile, un ambiente neanche lontanamente paragonabile a quello che avevo vissuto a Salerno. Al Circolo si respira il grande blasone, la grande storia della società. Di cui neanch’io ero ben conscio fino a quando non l’ho vissuta in prima persona. Si è circondati dallo spirito e dalla passione per la pallanuoto sia all’interno del gruppo sia nei tifosi che seguono la squadra. Una società in cui giocavano grandi campioni dove non fu semplice inserirmi. Ma dove imparai tantissimo.”

Vincenzo Dolce
Vincenzo Dolce

In squadra giocavano due stranieri fortissimi, Aleksandar Radović e Filip Klikovac, che hanno rappresentano per me due grandi maestri, due punti di riferimento, sempre pronti a dare consigli e suggerimenti. E con il Posillipo, nel 2015, arrivò il mio primo grande trofeo: l’Euro Cup. La finale è stata una partita che non dimenticherò mai. C’erano oltre 5000 tifosi, non avevo mai giocato davanti a tanto pubblico. Napoli si fermò, vennero chiuse le strade, la Scandone venne invasa da un pubblico stupendo, molto caloroso. Le due squadre più prestigiose della città si contendevano l’ambito trofeo. Mi raccontavano che, a Napoli, prima era sempre così per le partite di cartello della pallanuoto. Per me era la prima volta che giocavo in un contesto simile. Una delle più grandi emozioni della mia vita.

Vincenzo Dolce
Vincenzo Dolce

“La mia carriera è proseguita prima con il passaggio nella Canottieri Napoli nel 2016, una società più piccola, un’ambiente molto più familiare in cui mi sono trovato magnificamente. E, nel 2018, la decisione di andare a Busto in un’altra storica squadra, lo Sport Management. Dopo 5 anni trascorsi a Napoli volevo un club che mi potesse dare la possibilità di partecipare alle coppe europee, obiettivo che non avevamo potuto raggiungere con la Canottieri. Una vetrina importante anche per le mie ambizioni con la nazionale. A Busto ho trovato un grandissimo tecnico, Marco “Gu” Baldineti. Una persona che è stata capace di farmi fare il grande salto non solo affinando la tecnica ma soprattutto mi ha saputo formare tanto nel carattere. Un grande gruppo con cui ho realizzando un altro sogno: partecipare alla Champions League arrivando nelle final eight.”

Vincenzo Dolce
Vincenzo Dolce

La mia storia e la mia crescita nella pallanuoto si lega tanto alla calottina azzurra. Ho iniziato presto a partecipare alle selezioni giovanili e ad entrare nelle squadre che hanno disputato tornei internazionali. Guidato da Nando Pesci ho vinto con le nazionali giovanili i campionati europei del 2012 e la Coppa del Mondo juniores del 2013 e siamo stati vice campioni d’Europa nel 2011. Gruppi da cui sono usciti fra i migliori pallanuotisti del momento come Francesco Di Fulvio, Vincenzo Renzuto, Alessandro Velotto. E che mi ha permesso di stare sempre nel giro della nazionale maggiore. Dove, nel 2019, ho avuto la mia prima possibilità di entrare nel gruppo dei 13 del Settebello. Per un torneo importantissimo, secondo solo alle olimpiadi: il campionato mondiale.”

Vincenzo Dolce
Vincenzo Dolce

Qualcosa di talmente grande che era difficile anche da sognare. Entrare nel Settebello in un’occasione come il mondiale di Gwangju ed arrivare a vincere è stata un’emozione incredibile. Una squadra formata da tanti giovani, con cui sono cresciuto, insieme a giocatori di grande esperienza. Che ci hanno fatto sentire subito parte del gruppo. Sandro Campagna è un tecnico eccezionale, che studia le partite nei minimi dettagli. La sera prima della finale, durante l’ultima riunione, sentivo che avevo solo una voglia incredibile di giocare. Di mettere in pratica tutto quello che ci aveva detto, tutte quelle indicazioni con cui avremmo potuto giocare anche ad occhi chiusi.”

Vincenzo Dolce
Vincenzo Dolce

La finale è stata incredibile. Quando Sandro mi chiamò per entrare in vasca mi disse soltanto: «Mi raccomando divertiti». Una partita perfetta in cui segnai due gol in due momenti importanti dell’incontro. La mia prima competizione con il Settebello, la medaglia d’oro mondiale: emozioni che mi porterò per tutta la vita. Solo adesso, che è passato un po’ di tempo, ho preso coscienza del grandissimo risultato raggiunto. Ricordo ancora la notte del rientro a casa. Mi hanno accolto mio cugino e tutti gli amici con i fuochi d’artificio. E la domenica l’ovazione dei tifosi durante il giro di campo prima della partita di esordio della Salernitana in serie B. Dei momenti bellissimi, in cui ho sentito l’abbraccio della mia città ed ho iniziato a realizzare la grande impresa che avevo vissuto.

Vincenzo Dolce
Vincenzo Dolce con Gimmo Nicosia e Sandro Campagna

L’Europeo del 2020 non abbiamo avuto il giusto tempo per prepararlo. Giocarlo a gennaio ci ha tolto la possibilità di stare insieme e mettere a punto quei meccanismi tanto importanti in una squadra. Come avviene quando passiamo due mesi insieme prima delle grandi competizioni. Nella partita cruciale dei quarti di finali abbiamo peccato un po’ di presunzione. Soprattutto all’inizio, siamo entrati un po’ molli. Il Montenegro invece è partito subito molto forte. Ci siamo fatti prendere dall’ansia e ce la siamo portati per tutta la partita. Non rendendo come dovevamo e potevamo fare. Non siamo stati concentrati fin dal primo momento, una delle caratteristiche più importanti e riconosciute del Settebello. E l’abbiamo pagata uscendo dalla competizione.”

Vincenzo Dolce
Vincenzo Dolce

Prima della chiusura delle piscine la mente era già alle Olimpiadi, il sogno da quando ero bambino. Ci speravo di partecipare ai mondiali ma il grande sogno di tutti gli atleti è quello di vivere l’esperienza olimpica, immergersi in un mondo in cui tutti gli sport sono rappresentati ai massimi livelli. Già solo stare nel villaggio olimpico deve essere un’esperienza fantastica. La strada è ancora lunga e con Sandro Campagna non è mai detto niente fino all’ultimo giorno. Dopo questo lungo stop mi auguro di poter tornare presto in acqua ad allenarmi. E spero che presto si possa far chiarezza sul futuro, dai campionati al destino di tanti club. Sperando che lo sport che tanto amiamo possa avere un nuovo grande rilancio.

Vincenzo Dolce