Niccolò Figari

Pro Recco, Niccolò Figari: la maturità di un grande campione.

Si diventa maturi quando sentiamo più forte la preoccupazione per gli altri che non per noi stessi. Un cammino in cui molti non arrivano perdendosi in confuse, effimere, strade. Anche nello sport, specchio della vita, la vera maturità di un grande atleta arriva quando inizia a mettere la propria esperienza al servizio dei più giovani. Indicando loro la strada del successo. Niccolò Figari ci racconta il suo cammino nella pallanuoto e la grande evoluzione, attraverso due ori mondiali, da giovane di grande talento a punto di riferimento della Pro Recco e del Settebello.

Niccolò Figari
Niccolò Figari

Io sono di Recco, sono cresciuto con Punta Sant’Anna davanti agli occhi. Da noi, tutti i bambini hanno giocato almeno una volta a pallanuoto. C’è poi chi si appassiona e continua. E chi lascia. Da bambino ho provato anche il calcio e il basket, quello americano mi piaceva davvero tanto. Anche mio nonno Mario giocava con la Pro Recco e mia nonna, che oggi ha 91 anni, è ancora la prima tifosa della squadra. Seguiva la pallanuoto dai tempi in cui si giocava in mare. Lei ha proprio il sangue biancoazzurro.

Niccolò Figari
Niccolò Figari

Io odio perdere anche quando gioco a carte con gli amici. A Recco ho trovato il mio ambiente ideale. Una società che ogni anno punta al triplete, dove c’è la pressione giusta per allenarsi sempre con questi obiettivi. Non c’è mai un allenamento sprecato e viene messo a disposizione tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Un ambiente molto professionale, dove non si può chiedere di più. Nella Pro Recco sono arrivato a vent’anni e, tranne lo scorso campionato a Brescia, qui ho giocato per tutta la carriera, vincendo 11 campionati italiani, 10 Coppe Italia, e una Champions League.

Niccolò Figari
Niccolò Figari

Maurizio Felugo è stato decisivo nella mia crescita. Un ragazzo che ha sempre avuto grande carisma, che sapeva prendere per mano la squadra nei momenti critici. Anche quando aveva una parola un po’ brusca, un po’ dura. Ma era sempre e solo per stimolare la squadra a dare di più, a fare di più. Ho giocato con campioni anche più forti di Felugo, come Tamas Kasas e Tibor Benedek. Però, spesso, non c’erano attenzioni per un giovane, come potevo essere io all’epoca. Non tutti venivano a parlarti, a cercare di farti migliorare. Felugo ha sempre avuto grande attenzione per ciascun componente della squadra. Mi fece sentire subito parte del gruppo.

Niccolò Figari
Niccolò Figari

Le mie due vittorie ai mondiali, a Shanghai nel 2011 e Gwangju nel 2019, sono state sicuramente diverse ma tutte e due particolari, uniche. La prima volta ero molto più leggero, con molte meno pressioni e responsabilità, soprattutto in acqua. Mentre l’anno scorso è stato l’esatto opposto. Erano i giovani a chiedermi consigli, a cercarmi per essere tranquillizzati. Sono passato dall’altra parte. E’ stato bello, a me piacciono queste responsabilità. Fare come Felugo all’epoca. Sentivo che toccava a me adesso e mi ha fatto molto piacere. Anche le responsabilità in acqua sono aumentate. Ma questo finisce solo per gasarmi e spingermi a dare sempre il massimo.

Niccolò Figari
Niccolò Figari

Il passaggio nel 2019 al Brescia è stata una mia scelta. L’ho presa come una nuova esperienza, un modo per rimettermi in gioco. Avere anche più responsabilità tutto l’anno. Sono una persona positiva ed ho visto subito il bicchiere mezzo pieno. E’ stato più difficile lasciare la famiglia a casa, mio figlio va a scuola e io ho preso questa decisione a luglio. Ero troppo difficile spostarci tutti. Sono cresciuto molto nel Brescia, una squadra molto competitiva. In cui ho avuto spazio per giocare almeno tre tempi e avere sempre la palla in mano. Un’esperienza che mi ha lasciato grandi ricordi.

Niccolò Figari con l'An Brescia
Niccolò Figari con l’An Brescia

Alcuni compagni del Settebello li ho rivisti due settimane fà a Camogli ma ora, rivederci tutti a Siracusa, è stata una grande emozione. Sono contentissimo. Chi più chi meno, rappresentano una grossa parte della mia vita. In questo momento sto vivendo anche le novità in casa Pro Recco, un progetto completamente nuovo, con un gruppo “normale”, non più dominato da grandissimi giocatori, e l’arrivo di un nuovo tecnico. Anche questo peserà sul percorso che porterà al grande obiettivo delle Olimpiadi. Ma ora non voglio pensare troppo all’estate prossima. Dobbiamo ritrovare la mentalità dello sforzo fisico che abbiamo perso. E’ importante ora concentrarsi su questo collegiale che servirà per ripartire al meglio per la prossima stagione.

Niccolò Figari