martedì, Aprile 16, 2024
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Pro Recco, Matteo Aicardi: il carisma e l’esperienza di un grande leader.

La saggezza non nasce da occhi che studiano ma che vedono. Che imprimono nella mente le esperienze raccolte nel percorso della vita, donando equilibrio nel comportamento e nel consiglio. Matteo Aicardi, centroboa della Pro Recco e del Settebello, ci racconta il suo grande cammino nella pallanuoto, che lo ha visto protagonista di due grandi epoche, due stagioni diverse ma altrettanto esaltanti, coronate con due ori mondiali. Un percorso che ha fatto di Matteo un grande leader, mettendo il proprio carisma, esperienza e saggezza a servizio della squadra e delle giovani generazioni.

Matteo Aicardi
Matteo Aicardi

Sono nato in un piccolo paese dove ho iniziato a fare sport praticando calcio e seguendo la passione di mio padre per le moto. Il mio incontro con la pallanuoto è stato del tutto casuale. Andavo ancora alle elementari e due compagni mi proposero di portarmi in piscina. Decisi di provare e da lì nacque la mia passione. I miei primi anni importanti li vissi a Camogli e poi, fondamentale, fu l’approdo nella fila del Savona e l’incontro con Claudio Mistrangelo. Ero un ragazzo di 19 anni, avevo ancora tutto da imparare. E non solo nella pallanuoto ma, soprattutto, come comportarmi nel mondo. Claudio è stato un maestro dentro e fuori l’acqua. Essendo un professore, laureato in lettere e filosofia, è stato anche un ottimo maestro di vita. Mi ha insegnato davvero tantissimo.

Matteo Aicardi
Matteo Aicardi

Ho avuto sempre l’ambizione di andare a giocare in un top club europeo. Dopo aver vinto il mondiale nel 2011 e l’argento alle Olimpiadi di Londra nel 2012, si è fatta sotto la Pro Recco. Aveva bisogno di un centroboa. Sono approdato in un mondo molto diverso da quello che avevo vissuto a Savona. L’impostazione della Pro Recco, ambendo a risultati molto più grandi, era da una delle squadre più forti d’Europa. Avevo fatto davvero il grande salto nel vero professionismo: le ambizioni del Recco imponevano uno stile di vita e nello sport molto diverso.

Matteo Aicardi
Matteo Aicardi

Ho avuto un sacco di allenatori e questo, per me, è stato molto formativo.  Quando si cambiano tanti tecnici puoi capire i pro e i contro di ognuno, come lavorare con ciascuno. E poi ho avuto l’enorme fortuna di incontrare Sandro Campagna. E’ stato chi mi ha dato di più su tutti i fronti. Se devo ringraziare qualcuno quello è lui. Ha sempre creduto in me e ha saputo allenarmi stimolandomi sempre nella maniera giusta. Senza di lui non avrei mai raggiunto certi risultati. Il suo incontro è stato un insieme di casi fortuiti e fortunosi.

Matteo Aicardi con Sandro Campagna
Matteo Aicardi con Sandro Campagna

I due ori mondiali sono stati due grandissime emozioni ma anche esperienze diverse perché vissute a diversa età. A Shanghai, nel 2011, affrontavo il mio primo mondiale, la mia prima finale. Il quel momento l’ho vissuta con tanta ansia, tanta angoscia. Era la mia prima grande prova su un palcoscenico internazionale. Giocavamo in finale contro la Serbia che in quegli anni sembrava imbattibile. Arrivavamo da una buona semifinale giocata con la Croazia con cui avevamo acquisito molta fiducia. Ma non pensavamo di arrivare a vincere la finale. Questo primo grande successo fu un passo importantissimo della carriera. Mi diede la sicurezza che cercavo da tanto tempo.

Matteo Aicardi
Matteo Aicardi

A Gwangju sono arrivato a 33 anni, dopo tanti tornei e finali disputate in carriera. E’ stato un mondiale che ho vissuto in maniera molto diversa. Avevo molta più consapevolezza e sicurezza in me stesso. E meno pressioni psicologiche. Dopo essere partiti da outsider, e crescendo ad ogni partita, siamo arrivati alla fine. Dove la tensione della grande finale si vive sempre.

Matteo Aicardi
Matteo Aicardi con il Settebello campione del mondo del 2019

Nel Settebello, insieme a Figlioli e Figari, sono fra i vecchi della squadra. Ho anche vissuto il periodo precedente, quello di Felugo, Tempesti, Perez, Presciutti. Ancora ragazzo ho imparato a rapportarmi con gli altri, soprattutto con i più grandi. Un’esperienza di vita molto importante che mi ha insegnato tanto, mi ha aiutato a crescere. Ora che sono io fra i “grandi”, so che non bisogna avere un atteggiamento saccente o di autorità nei confronti dei più giovani. Mi dava molto fastidio quando lo facevano con me. Cerco sempre, invece, di mettermi a loro disposizione. Ovviamente quando sbagliano sono il primo a riprenderli. Ma non abbiamo più diritti di loro. Siamo tutti sullo stesso piano, tutti ci dobbiamo impegnare e dare sempre il massimo.

Matteo Aicardi
Matteo Aicardi

La pallanuoto è stata la mia scuola di vita. Il ragazzo italiano che affronta un percorso lavorativo ha lo svantaggio, rispetto a noi, di iniziare molto più tardi. Uscendo dall’università e facendo qualche anno di gavetta, affronta la vita vera molto più grande. Noi siamo fortunati, cominciamo ad affrontare passaggi importanti che responsabilizzano già da molto giovani. Ho plasmato, attraverso lo sport, molto aspetti del mio carattere. Ero molto insicuro, non credevo molto in me stesso. Avevo poca attitudine e disponibilità a stare in mezzo alle altre persone. E la pallanuoto mi ha insegnato soprattutto il rispetto verso gli altri, anche superiore a quello verso me stesso. Il bello del nostro sport è proprio questo. Sei in acqua e ti massacri. Esci dall’acqua, ti dai la mano ed è come se non fosse successo niente.

Matteo Aicardi
Matteo Aicardi

Il collegiale lo sto vivendo molto bene. Per alcuni ci sono state delle titubanze iniziali, la paura di passare da una quarantena ad un’altra. La componente psicologica, soprattutto nei più giovani, ha inciso tanto. Sandro Campagna è stato molto bravo, sta cercando di unire l’allenamento ad un po’ di svago. Che, in questo momento, fa bene. Noi più grandi è tanti anni che andiamo avanti con questi ritmi. La nostra vita è un po’ una quarantena unica. Anche in estate ci chiudiamo in una piscina per preparare i tornei. A Siracusa abbiamo la fortuna di essere in un posto meraviglioso, in cui ci trattano come dei principi. L’aria e l’atmosfera che respiriamo quando veniamo qui ci fanno stare bene. E quando si sta bene la fatica si sente molto meno.

Matteo Aicardi