Pallanuoto, Michael Bodegas: la positività per vincere nella vita.

Essere positivi significa essere pieni di energia e carica vitale. L’ottimismo è una disposizione mentale a vivere le situazioni in maniera positiva, a non farsi mai schiacciare dai problemi ma reagire e trovare la giusta soluzione. Può sembrare un’attitudine innata, qualcosa legata solo alla propria predisposizione interna. Invece è dimostrato che chiunque può sviluppare un atteggiamento attivo ed imparare a gestire i momenti negativi. Michael Bodegas, centroboa del Barceloneta e del Settebello, ci racconta la sua storia nella pallanuoto e la sua filosofia, legata alla positività, che lo ha reso un uomo vincente.

Michael Bodegas
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Quello che mi ha fatto innamorare della pallanuoto è poter far parte di un gruppo, di una squadra, e giocare in un elemento magico come l’acqua. Divertirsi in piscina è qualcosa di incredibile. Marsiglia, la città in cui sono nato, ha una società, un circolo, che ha avuto risultati importanti in Francia. Io ho vinto 9 scudetti ed ho sempre partecipato alle coppe europee. E’ stata una vetrina importante a livello internazionale. A Marsiglia ho lavorato con Nikolas Kamenic che ha portato nella società un savoir-faire incredibile. Una leggenda della pallanuoto. Io l’ho avuto a 15 anni ed è colui a cui devo chi sono adesso, soprattutto dal punto di vista tecnico e mentale.

Michael Bodegas
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Gli ultimi due anni a Marsiglia gestivo un bar che faceva anche da galleria d’arte. E sotto avevo anche una sala di incisione musicale. Se a questo aggiungiamo i due allenamenti di pallanuoto al giorno potete immaginare quanto la mia vita era complicata. Quando ho avuto la chiamata dal Brescia, in seguito all’incontro, nell’estate del 2013, dei fratelli Presciutti, e soprattutto Christian, ho deciso di cambiare vita. Parlavamo che mi sarebbe piaciuto fare un’esperienza all’estero e, la stessa sera, ricevetti la telefonata dal Brescia. Quello che stavo facendo fuori dall’acqua l’avrei potuto fare anche in seguito. Tutti i sacrifici fatti per la pallanuoto volevo vedere dove avrebbero potuto portarmi.

Michael Bodegas
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Ho preso la macchina e sono partito da Marsiglia per andare a Brescia. Il potermi concentrare solo sulla pallanuoto mi diede grande energia. La società mi accolse benissimo. All’inizio senza il sole e il mare non è stato facile ambientarsi. Però le persone sono state stupende. Due anni dopo ho avuto la possibilità di prendere anche il passaporto italiano, avendo una nonna piemontese. Anche questa è stata per me una scelta molto importante. Lasciavo la Francia da capitano ma vedevo che non sarei mai potuto arrivare dove volevo. Ho deciso di prendere questo rischio che è stato subito ripagato. A distanza di qualche mese mi ha portato alla medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Rio.

Michael Bodegas
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Non è stato facile giocare contro i miei ex compagni e, soprattutto, amici con i quali ero cresciuto. Vestire la calottina azzurra è stata una grandissima responsabilità. Dietro c’è una grande storia, atleti che hanno rappresentato la pallanuoto ai massimi livelli. Ho trovato nel Settebello campioni del calibro di Stefano Tempesti, Pietro Figlioli, Christian Presciutti, Matteo Aicardi che mi hanno accolto benissimo. E’ stato abbastanza facile integrarsi, sono ragazzi molto intelligenti e mi hanno spinto ed aiutato ad inserirmi in squadra. Ci sono tante similitudini fra Francia, Spagna e Italia. La voglia di lavorare duro ma anche di scherzare, di stare bene insieme. 

Michael Bodegas
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Dallo scorso anno gioco in Spagna, nel Barceloneta. Sono arrivato nella squadra ed ho trovato undici giocatori su tredici che fanno parte della nazionale spagnola. E che avevo battuto nella finale del mondiale un mese prima. Mi sono presentato da campione del mondo ma in punta di piedi. Mi sono ritrovato in un’altra società dal grande passato, con grandissimi campioni. In Spagna hanno tutto un altro stile di vita: gli orari degli allenamenti sono spostati in avanti, la vita è molto tranquilla ma la città è piena di energia. Quasi tutte le squadre di pallanuoto in Spagna sono a Barcellona. Quindi anche le trasferte si fanno, normalmente, in macchina e la sera si è già a casa. Un enorme vantaggio per poter vivere sempre con la mia moglie e mio figlio.

Michael Bodegas
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Quando il Settebello ha iniziato il collegiale a Siracusa, ero ancora bloccato in Spagna. Senza neanche la possibilità di potermi allenare dato che la piscina a Barcellona era riservata alla nazionale spagnola. Sono state tre settimane molto difficili, non avevo accesso a nessuna piscina. L’ho presa come un’opportunità per dedicarmi a me stesso ed alla meditazione, che pratico da due anni. Una cosa molto importante per noi atleti, che ci permette di gestire lo stress e la pressione. Sono stato anche molto attento all’alimentazione per evitare di mettere chili sempre difficili dopo da smaltire. Ed ho avuto anche la possibilità di finire gli studi all’università di Barcellona, dove ho conseguito un certificato in psicologia dello sport ad alto livello.

Michael Bodegas
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Nel mio futuro vorrei dare una mano alla pallanuoto. Anche se, dopo che finirò di giocare, non mi vedo a bordo vasca ad allenare. Poi nella vita non si può mai dire. Vorrei anche provare a toccare altri mondi per esplorare le cose che mi piacciono. Sicuramente lo sport è qualcosa che fa parte di me, della mia vita. Vorrei dare il mio contributo soprattutto nella comunicazione, nel marketing e nella psicologia dello sport. Ancora non lo so. Anche ora cerco di portare sempre il mio contributo nel gruppo. In allenamento o in partita, con la mia positività, sono sempre pronto ad aiutare tutti. E, soprattutto, a chi ne ha più bisogno.

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