giovedì, Aprile 25, 2024
Pallanuoto

Pallanuoto, Amaurys Perez: l’Italia, la mia grande storia d’amore.

La grande bellezza sta nella diversità. Un arcobaleno di colori, culture, razze, valori che si fondono per creare nuova bellezza. La pluralità diventa unicità e ricchezza di un popolo. Che da questa evolve per raggiungere più alti livelli di civiltà. La paura del confronto si poggia su pregiudizi, sull’ignoranza di chi teme la dispersione della propria cultura e il confronto con l’universo che lo circonda. Lo sport ha regalato all’Italia grandi atleti venuti da terre lontane che, con grande orgoglio, hanno vestito la maglia del nostro Paese. Amaurys Perez, campione della pallanuoto, medaglia d’oro ai mondiali di Shanghai nel 2011 con il Settebello, ci racconta la sua storia d’amore per l’Italia e del sogno che gli ha saputo regalare. E che ha ripagato facendo sognare tutti gli italiani.

Amaurys Perez
Amaurys Perez

Sono nato in una casa molto piccola, in cui la strada è ancora di terra, ma ricchissima di valori umani. Mia madre ha fatto un gran lavoro su di me e mio padre mi ha insegnato ad amare le donne, a rispettarle. Mi ritengo un uomo fortunato. Ho iniziato a giocare a pallanuoto nella mia città natale, a Camaguey, a Cuba. Mia madre prese me e mio fratello e ci portò in piscina per fare qualcosa dopo la scuola. Da lì è iniziata la passione. Che è diventata per me una malattia. Quando a Cuba mi allenavo con la nazionale, imitavo il Settebello. «Ora faccio come Sandro Campagna» dicevo sempre ai miei compagni. Senza poter mai immaginare che un giorno sarei potuto venire in Italia.”

Amaurys Perez
Amaurys Perez

Il livello della pallanuoto a Cuba è molto alto. Per poter giocare nella nazionale cubana occorre, inoltre, proseguire obbligatoriamente gli studi e iscriversi all’università. Grazie a questo, ed ai miei genitori, sono riuscito a laurearmi in scienze motorie. Venivamo spesso in Italia con la nazionale cubana e stavamo anche un mese a giocare con tutti i club. Ogni tanto affrontavamo anche il Settebello. C’era un buon livello ma io ero molto più ambizioso. Ed ho deciso di andare via per cercare di capire che cosa fosse la vera pallanuoto europea. Sono approdato prima in Spagna, dove ho giocato per quattro anni. A Tenerife, mi sono trovato davvero bene.”

Amaurys Perez
Amaurys Perez

All’inizio del 2004 mi chiamarono da Cosenza per fare un provino con la squadra locale. Andai senza neanche troppa convinzione, dato che a Tenerife stavo davvero bene. Invece quell’estate arrivò la telefonata: «ti vogliamo qua, ti vogliamo qua». Entrai in grande crisi. Di lasciare la Spagna non ci pensavo nemmeno. Fu il mio allenatore a convincermi, dicendo che avrei avuto sempre le porte aperte, sarei potuto tornare quando volevo. Di fare un’esperienza anche di un anno e poi ci avrei pensato. Invece non tornai più.”

Amaurys Perez
Amaurys Perez

A Cosenza ho trovato la mia dimensione e la cosa più importante della mia vita: ho conosciuto la persona che sarebbe diventata mia moglie. Due mesi per conquistarla, a correrle dietro, ma dopo due anni ci siamo sposati. Ed ora abbiamo una famiglia fantastica. Ne avevo proprio bisogno. Nel mio mondo, nelle esperienze che ho fatto dentro e fuori la piscina, ha significato un punto fermo della mia vita. Da quel momento, e fino ad oggi, se non c’è lei in tribuna quando gioco non sto tranquillo. Con il matrimonio ho acquistato la cittadinanza italiana. Quella che mi porterà a vivere la più grande esperienza della mia vita“.

Amaurys Perez
Amaurys Perez

Nel 2008 arrivo a Nervi. Un ambiente, quello ligure, dove ho iniziato la mia vera crescita. Una terra con grandi tradizioni pallanuotistiche dove ho avuto la possibilità di allenarmi con squadre del calibro del Recco. Dopo due anni mia moglie rimase incinta e cercai una sistemazione più vicino casa. E mi prese il Posillipo. Mi chiamò Carlo Silipo, uno dei miei idoli che avevo tanto seguito con il Settebello. Mi disse: «So che sei forte a marcare ma vorrei che andassi anche al centro». Lì c’è stato il mio salto di qualità. A 34 anni non mi conosceva nessuno e ho dovuto lottare e sudare per arrivare ad essere quello che avevo sempre sognato.”

Amaurys Perez
Amaurys Perez

La prima volta che mi chiamò Sandro Campagna era una domenica calabrese, dopo pranzo. Con una pancia piena fino a scoppiare. Sento squillare il telefono. «Pronto?». «Si, ciao sono Sandro Campagna». E io: «Sì, sì, va, va». Pensavo fossero i miei compagni che mi facevano sempre scherzi. Gli scherzi da spogliatoio. Lui mi dice: «Amaurys vedi che sono veramente Sandro Campagna». Tre secondi di silenzio. «Ci-ci-ciao Sandro». «Senti ho parlato con il tuo allenatore Carlo Silipo. Mi ha detto che stai giocando molto bene, ti stai sacrificando tanto. Volevo sapere se avessi voglia di far parte del collegiale del Settebello». «Se ne ho voglia? Io vengo a piedi adesso». «A me fa piacere questo. Ma sappi che io non regalo niente a nessuno». «Sandro, a me, nella mia vita, nessuno ha regalato mai niente». Chiudo la telefonata. Mia moglie non aveva mai visto un nero diventare bianco. Stavo per svenire.”

Amaurys Perez con Sandro Campagna e il Settebello
Amaurys Perez con Sandro Campagna e il Settebello

Quando arrivai in nazionale e mi videro pensarono tutti: ma chi è questo scappato di casa? Avevo 34 anni, un’età in cui oggi molta gente appende il costume al chiodo. La mia prima partita fu contro la Grecia, in un incontro di World League ad Atene. Mi sono detto: prendila come la prima e l’ultima partita. Buttati in acqua e goditela. Goditela. Mi sono buttato in acqua ed abbiamo vinto 7-2. L’unica cosa che non mi è piaciuta è che ho dovuto pagare birra a tutti. Per la prima partita in nazionale se ne sono approfittati. Ma da lì è stato tutto un crescendo che mi ha portato al mondiale di Shanghai nel 2011 e all’Olimpiade di Londra nel 2012.”

Amaurys Perez con il Settebello
Amaurys Perez con il Settebello

Arrivare in Italia, essere allenato da Sandro Campagna e vincere un Campionato del Mondo e un argento Olimpico con il Settebello. Potete immaginare cos’è stato per me? Pensate cosa può essere, per un ragazzo dell’altra parte del mondo, un cubano, poter giocare con la nazionale italiana. Questo mi ha dato l’Italia, una grande famiglia, tutto. Difenderei questi colori fino alla morte. Una gioia immensa, il coronamento di tutti i miei sogni, il non aver mai mollato nonostante avessi 35 anni. Tornai con l’oro da Shanghai nel 2011. Sono passati 9 anni e io non ho ancora mai avuto il coraggio di rivedere quella finale da solo.

Amaurys Perez con la medaglia d'oro mondiale
Amaurys Perez con la medaglia d’oro mondiale

Io non ho mai smesso di sognare. Mai. Anche quando arrivai all’Acquachiara. Dove ho trovato Franco Porzio, come presidente, e Paolo De Crescenzo ad allenarmi. Tutto il Settebello che avevo tanto ammirato e su cui avevo sempre basato le mie aspirazioni, l’ho visto passarmi davanti nella mia carriera. E tutti mi hanno lasciato qualcosa di importante. Dopo l’Acquachiara ho deciso di ritornare a casa. A Cosenza, dove ho ritrovato la mia prima squadra in Italia, facendo sia il giocatore sia l’allenatore. L’anno scorso, a 43 anni, mi ha chiamato il Latina che voleva scommettere su di me per risalire in A1. Mi è risalita una gran voglia di giocare. Ora siamo primi in classifica e speriamo che, nonostante tutto quello che sta succedendo, possiamo portare a termine la stagione e centrare l’obiettivo.”

Amaurys Perez con Stefano Tempesti
Amaurys Perez con Stefano Tempesti

A 44 anni mi sento ancora un bambino. Al di là dell’età, la cosa importante è quello che hai dentro, è godersi la vita senza mai starsi a piangere addosso. Ho vissuto anche esperienze televisive come la partecipazione all’Isola dei Famosi e Ballando con le Stelle. Ma essere riconosciuto per questo, e non perché ho vinto un oro mondiale, un po’ mi rode. All’Italia e alla mia famiglia devo tutto. Mi ritengo un uomo fortunato. Mio figlio l’altro giorno mi ha detto che, se avessimo più soldi, potremmo essere ricchi. Io gli ho detto: «Guardati attorno che vedi?». «Ci sei tu, mamma, i miei fratelli». «Allora secondo te non sono ricco?» E mi ha abbracciato.

Amaurys Perez
Amaurys Perez

Amaurys Perez