mercoledì, Aprile 24, 2024
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Metanopoli, Alessandro Di Somma: perchè lo sport è una grande scuola di vita.

Lo sport ha un ruolo sulla vita che va ben oltre l’impatto fisico. E’ la mente che si forma, allenandosi alle regole, al sacrificio, all’aggregazione sociale. Ad essere parte di un gruppo e contribuire al risultato finale. Parole che, quando si dialoga con un atleta, diventano verità tangibili, concreta consapevolezza. Si percepisce subito che non si discute di filosofia ma di solide basi su cui fondare il futuro. Alessandro Di Somma, centrovasca del Metanopoli, ci racconta la propria esperienza nella pallanuoto e della propria crescita come atleta e uomo.

Alessandro Di Somma
Alessandro Di Somma

La pallanuoto nella mia famiglia significa tantissimo, è stata la protagonista degli ultimi venti anni. I miei genitori non hanno mai praticato sport a livello agonistico. Ma, abitando in Liguria, una delle patrie della pallanuoto, sia io che mio fratello maggiore Roman ci siamo avvicinati alla pallanuoto. Abbiamo iniziato e siamo rimasti entrambi stregati. Abbiamo fatto le giovanili nello Sturla e poi in seguito siamo stati acquistati dal Bogliasco. Con noi si è trasferita tutta la mia famiglia Anche per loro è stato un cambio di vita. Qui siamo diventati professionisti. Roman ha giocato fino al 2011 e, l’unica pecca, è non aver potuto giocare insieme al nostro fratello minore, Edoardo, che ha iniziato nel 2012.

Alessandro Di Somma
Alessandro Di Somma

Nel Bogliasco siamo cresciuti. Io ho dato anima e corpo ma l’ultimo anno passato in questa squadra, quello della retrocessione in A2, è stato drammatico per me. Avevo bisogno di rimettermi in gioco. Il modo più efficace era cambiare quello che, per me, rappresentava un ambiente stabile. Dopo una chiacchierata con Alessandro Celia, direttore sportivo del Metanopoli, sono rimasto affascinato dal progetto e l’ho sposato. É una società che mi ha stimolato moltissimo. Sto bene, ci alleniamo a Camogli, non abbiamo ancora una piscina nostra. Questa è una squadra che mi ha restituito l’entusiasmo per continuare. Quest’anno la priorità è giocare. Lo vogliamo fare al meglio che possiamo. E’ un anno particolare e noi lo ricorderemo per sempre perché, nonostante una devastante pandemia, la pallanuoto non è morta.

Alessandro Di Somma
Alessandro Di Somma al tiro

Per me la pallanuoto deve diventare un prodotto vendibile. Dovrebbe poter contare su professionisti che possano renderla appetibile. Innanzitutto trovare il modo di avere una maggiore diffusione attraverso le tv, in modo da renderla fruibile a tutti. E spingere la gente a riempire le piscine. Per esempio il prodotto Settebello è ben venduto. Gli atleti della nazionale sono famosi e spesso diventano testimonial di prodotti pubblicitari.

Alessandro Di Somma
Alessandro Di Somma

L’altro cambiamento deve avvenire dal basso cioè da noi giocatori. Siamo passivi e per niente solidali fra noi. Questo dovuto ad una componente strutturale. Nel senso che ci sono i professionisti che si alzano la mattina e giocano a pallanuoto e vivono di quello. E c’è chi si alza e va in ufficio e, se riesce, alle 17,00 arriva all’allenamento. Un atleta deve poter vivere solo di pallanuoto. Io ho due attività con le quali mi mantengo. Se mi chiedi cosa faccio di lavoro ti dico il pallanuotista. Ma così non è.

Alessandro Di Somma

Due parole vorrei dirle a favore del ruolo dello sport nella società. Soprattutto dopo la pandemia lo sport deve ritrovare il suo ruolo primario. Per me è educazione allo sport. Con la crisi economica in questo paese la prima cosa ad essere tagliata è stato lo sport, considerato superfluo. Ma non è così. É proprio in periodi come questo che andrebbe rafforzato il ruolo dello sport. Questo insegna a vivere nel concreto non a parole. Ti insegna a riconoscere le virtù dalle non virtù, il sacrificio, la tristezza e il sorriso. Insomma ti insegna a capire quali sono le cose vere della vita. Fare sport nell’infanzia significherà avere nel futuro adulti migliori.

Alessandro Di Somma