Loide e il suo sogno ovale: una storia di rugby al femminile a Ragusa.
Oggi di scena è il rugby femminile, nella città resa ancor più famosa da Montalbano: Ragusa, ricca di storia e cultura ma anche di gente forte e determinata. Ed anche qui, nel profondo sud, le donne hanno acquisito un ruolo e uno spessore tali da non renderle seconde a nessuno. Anche in uno sport ritenuto da tanti tipicamente maschile. A Ragusa il rugby è di casa e il movimento femminile marcia a grandi ritmi. Loide Agosta ci racconta la sua storia facendoci respirare l’aria della sua splendida terra.
“Mi chiamo Loide Agosta sono una ragazza di 23 anni e pratico sport sin da piccola. Sono cresciuta con lo sport e questo mi ha regalato una grande mentalità e mi ha insegnato, soprattutto, che occorre sacrificio e determinazione per raggiungere i propri obiettivi. Ho conosciuto il mondo del rugby quando andavo alle superiori. Le novità mi sono sempre piaciute e il provare qualcosa di diverso e di duro mi ha sempre stimolato. Era stato organizzato dall’Avis un torneo di rugby ed è stato proposta di formare una squadra femminile. Cosi la mia professoressa di educazione fisica ha reclutato me e Marina Gueli (ora mia compagna di squadra) di girare tra la scuola e trovare qualcuno che fosse pazza quanto noi due da praticare tale sport. Trovammo un buon numero di ragazze per formare la squadra e dei ragazzi che giocavano nel Audax e nel Padua di Ragusa ci allenarono.
Sin dall’inizio mi ha molto preso il fatto di dover sfidare qualcuno per poter raggiungere l’obiettivo che ha il rugby, andare a fare meta. Ad ogni allenamento mi divertivo e cercavo di imparare il più possibile. Ero felice quando giocavamo e mi brillavano gli occhi quando ne parlavo. Quando giunse il giorno del torneo eravamo un po’ ansiose ma quest’ansia passò subito. Appena l’arbitro fischiò mi sentì il corpo pieno di adrenalina e avevo voglia di spaccare tutto.
Dissi ai miei genitori che volevo continuare a giocare perché mi piaceva come mi faceva sentire. I miei avevano molta paura che mi facessi male perché era uno sport molto duro e pesante. Però, alla fine, mi hanno sempre appoggiata. Lo stesso anno che ho iniziato a fare rugby avevo finito gli studi e contemporanea giocavo a pallavolo. Mi allenavo 6 volte a settimana, tra rugby e pallavolo, e la domenica avevo le rispettive partite. Un paio di volte mi è capitato anche di dover giocare nella stessa giornata entrambi gli sport. Le mie compagne di pallavolo mi domandavano perché lo facessi e se avessi paura. La mia risposta era sempre la stessa: quando gioco a rugby mi sento realizzata ed avere quel contatto con l’avversario mi da quella carica in più.
Ho iniziato a giocare a Ragusa con il Padua. C’era una bella squadra femminile, gli allenamenti erano intensi, duri. Abbiamo disputato un buon campionato riuscendo a raggiungere un ottimo livello di gioco. Da tre anni è diventata Ragusa Rugby, una società che continua sempre a crescere dai bambini, alla Senior Maschile e Femminile. Il Ragusa Rugby ti accoglie a braccia aperte dando a tutti l’opportunità di poter praticare questo stupendo sport. E’ una grande famiglia che fa sentire a proprio agio anche chi va a provare per la prima volta. Da tre anni a questa parte abbiamo avuto al nostro fianco una persona che ha creduto molto in noi e ci ha fatto sentire più unite che mai: Gianluca Occhipinti della Sikura, il nostro più grande sostenitore in questo sport, che grazie alla nostra passione e dedizione, si è avvicinato sempre di più al mondo del rugby e ora ha una figlia che gioca nell’under 16 femminile.
In questi sei anni la squadra femminile ha avuto subito diversi cambiamenti. Qualcuna ha lasciato perchè ha iniziato l’università oppure è andata fuori per lavoro. Ma il gruppo che c’è stato e che continua ad esserci è molto unito e compatto. E abbiamo sempre la certezza che ci saremmo l’una per l’altra, in qualsiasi momento. Siamo un po’ pazze ma è proprio questo che ci accomuna al mondo della palla ovale. Con le ragazze abbiamo un rituale che facciamo ad ogni concentramento, a fine riscaldamento pre-partita. Ci uniamo tutte in cerchio e ci stringiamo tra di noi e iniziamo a respirare, tutte insieme, in modo da essere un’unica cosa quando scenderemo in campo.
Ringrazio molto i miei due coach Lorenzo Di Martino e Stefano Bellina per quanti sacrifici continuano a fare per noi e per quanto ci hanno trasmesso la loro passione per il mondo della palla ovale. Ci hanno sempre creduto e ci spronano affinché possiamo dare sempre il massimo.
Se mi chiedessero perché i genitori dovrebbero portare le proprie figlie a fare rugby io gli direi che, oltre l’educazione e il rispetto per i propri compagni e per l’avversario, è divertimento puro.
La cosa più bella di questo sport è che ti insegna ad avere rispetto per tutti sia in campo che fuori, ad affrontare gli ostacoli che hai di fronte e che avrai sempre una compagna a sostenerti. Il rugby è uno sport che va provato perché solo cosi te ne potrai innamorare.”
Loide Agosta
Alcune giocatrici del Ragusa Rugby femminile: